La collaborazione tra ArtVerona e la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti si rinnova per il secondo anno con la mostra “Mario Merz. Il numero è un animale vivente,” visitabile fino al 30 marzo.
Un fulmine di neon attraversa un bicchiere, mentre una luce azzurra filtra attraverso il vetro. Un igloo è percorso da silhouette di quadrupedi, e piccole conchiglie di lumaca seguono la sequenza di Fibonacci. Le case ruotano attorno a noi, o siamo noi a girare attorno a esse? Questa domanda, che funge da titolo per uno degli igloo di Merz, invita a riflettere sul concetto di “esserci.” Possiamo attingere alla filosofia tedesca, che ha tradotto questo concetto con “dasein,” o all’opera di Heidegger, che ha identificato l’essere umano come l’unico ente che si interroga sul proprio esistere. Alternativamente, possiamo esplorare la mostra “Mario Merz. Il numero è un animale vivente” osservando e lasciandoci osservare: Merz ha infatti sottolineato l’importanza della collaborazione nelle potenzialità umane.
Mentre ci muoviamo attorno all'igloo, attraversato da figure di animali preistorici, ci immergiamo in uno spazio immaginativo creato dall’artista. La curatrice Patrizia Nuzzo sottolinea che si tratta di un’energia vitale, caratterizzata dall’“invisibile” che diventa visibile, trascinando lo spettatore in uno spazio mentale unico. Stefano Raimondi, curatore della mostra, evidenzia che le opere di Merz non sono solo oggetti da osservare, ma ambienti da vivere. «Il lavoro di Mario Merz non ridefinisce lo spazio dell'opera come un campo fisicamente praticabile; non accoglie il visitatore al suo interno, ma si sviluppa attraverso l'interazione», spiega.
Inoltre, Raimondi sottolinea che per Merz “abitare” significa non solo la dimensione fisica, ma anche quella socio-linguistica. Questa energia attraversa la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, manifestandosi con l’opera *Bicchiere trapassato* e coinvolgendo lo spettatore verso *La natura è l’equilibrio della spirale* (1976) e *Senza titolo* (2002).
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